lunedì 24 maggio 2010

Un'altra chiacchera sul processo empatico computer-mediated



Riporto qui una chiacchera in wave che rimane nel solco degli ultimi (rari) post che ho scritto. Spero possa interessare.

c'è in ogni atto della realtà fisica un costo. Un costo energetico ad esempio.

In questa forma di moderna alchimia ( uso la parola non a caso essendo una forma di mutazione) che è la performance immersiva, vedo lo stesso processo di scambio che è alla base di ogni costo. ma anche di ogni vantaggio.

E' uno scambio che avviene a livello fisico, a livello cognitivo e a livello sensoriale. Qui vogliamo spiegare come questa azione, che non a caso definiamo performativa, modifichi nel bene e nel male culturalmente, direi antropologicamente le persone che la vivono. La società "aumentata" o "immersiva" in empatia con le macchine per i più evoca immagini di puro orrore, come se ci fosse in questo una perdità di umanità. Altri, all'opposto, vedono un superamento delle miserie umane ( e qui abbiamo i singolaristi) Noi crediamo che tra lo scenario infernale e quello paradisiaco vi sia una via evolutiva più frastagliata, più "sfumata".

Vorrei poi ricordare che l'immersione immaginifica, la proiezione nell'altro da sè ( in questo caso la macchina) è vista come una offesa al corpo, il tempio di Dio. Solo ai pazzi e ai santi era concesso di esserlo e di esserlo integrati nella società.

Eppure è dai tempi dei misteri eleusini, è dal tempo dell'antichità classica e poi attraverso la scolastica, e i neoplatonici rinascimentali che esiste un'arte ( e qui ritorna la performance) chiamata Arte di Memoria che spiega quanto oggi, in una forma che definisco "pop", sia attuale e al contempo antica la necessità di una "fusione" tra l'umanità e i suoi costrutti, i suoi sogni. costi quel che costi.

L'idea finale comunque è poi che in questo percorso iniziatico, in questa evoluzione, in questa alchimia poi si torna al punto di partenza. Si è umani, si va nell'ultraumano e si torna cambiati, almeno un po. C'è chi sostiene che ci si risvegli come dopo una sbronza, ubriachi e dissociati, cìè chi sostiene di essere stato illuminato e di essere diverso. Altri invece, ed io mi metto fra quelli, che torna con una sensibilità "diversamente" sviluppata.

Il costo di una sensibilità diversamente sviluppata l'ho pagato deprivandomi di qualcosa, oppure lasciando qualcosa in cambio d'altro. fosse anche che parto con una idea e ne torno con un'altra.

nell'immersione devo imparare ad agire in uno spazio e in un tempo nuovo

devo imparare a comunicare socialmente, a comportarmi diversamente

posso fare cosa sovraumane e al contempo sono intollerabilmente handicappato

ecco questo credo sia un po' lo stato di tutti i demiurghi: onnipotenti e al contempo infantili.

percettivamente il mondo è opaco, dicevamo. non racconta la sua storia

il demiurgo, come l'angelo, legge dentro le teste, vede l'aura, e guarda chiaramente nel mondo metafisico ( i metadati) come noi vediamo in quello fisico.

Ma a noi e dato?

In un film si racconta di questo, ma il passaggio che si fa è al contrario. E' gabriel che si fa uomo ( bruno ganz nel cielo sopra berlino)

Tutta questa trasparenza ci spaventa, credo

Poi si tratta di capire come si leggono i metadati. la realtà aumentata li rappresenta come "fumetti" sovrapposti al reale ( mi rocordano molto le mitiche interfacce di ghost in the shell

la realtà mixata prevede la sovrapposizione di costrutti digitali e reali.

la realtà puo essere aumentata, mixata, virtualizzata con una progressione di astrazione sempre più alta. forse si dovrebbe dire di "complessificazione".

è lo stesso salto nel buio da un punto di vista cognitivo che vede il passaggio dalla comunicazione verbale a quella telepatica.