domenica 8 novembre 2009

Gli ambienti immersivi saranno mai massmedia?



What is needed for Second Life to grow to a mass market?
Ovvero, si arriverà a prevedere che i mondi immersivi avranno la pervasività e i numeri di un Facebook?
Non so, non mi viene in mente nulla e mi pongo il dubbio che sia una questione sensata. In tanti in questo momento stanno parlando di Nebraska, nome in codice di Second Life in versione enterprise, da portarsi a casa. Comunque non sarà interoperabile e a detta di alcuni, questo è solo il desiderio di alcuni geek impallinati, mentre per molti altri è una questione di secondo piano rispetto alla possibilità di gestire in autonomia e sicurezza il proprio mondo.


Memoria del passato e Futuro, due ambiti della simulazione del terribile.


Second Life in questa fase di lontananza dai media, forse non si riempie, ma certo migliora.
Migliora perchè l'esperienza, la coscienza dei limiti del mezzo, il pensiero sul media è maturato, si è evoluto verso un uso per me assolutamente consono del mezzo.

Vi porto solo due esempi.
Remembering the torn fields of the Great War è un'esperienza poetica, sensoriale e visiva della vita in trincea durante la Prima Guerra Mondiale. (slurl)
The Disaster Zone in Second Life vuole essere un laboratorio e un ambiente di training per simulare le condizioni di difficoltà che si trovano a dover affrontare le squadre di savataggio in un luogo calamitato. (slurl)

sono ambiti ben diversi, ma anche accomunati da almeno due aspetti: l'essere entrambi modelli simulati per la formazione e l'apprendimento.
Il primo vuole riportare una vivida rappresentazione storica come insegnamento nell'oggi di quella terribile esperienza.
Il secondo vuole riportare una vivida esperienza futuribile di quello che è una terribile esperienza.

Mixed Reality non è solo una tecnologia, ma è anche poesia.Direi soprattutto.


E' introvabile, per cui non affannatevi a cercarlo.
Cyberspace, primo passi nella realtà virtuale è un una raccolta di saggi di Michael Benedikt edito da Muzzio nuovo millennio nel 1993.
In questo libro un saggio di Marcos Novak Architetture liquide nel ciberspazio, dice:
il ciberspazio è un habitat dell'immaginazione per l'immaginazione... il (cui) compito più grande non sarà quello di imporre la scienza sulla poesia, ma di ridare poesia alla scienza.
Ora, scontato il fatto che faccio mia questa affermazione e la pratico quotidianamente, vedo che questa condivisone non è solo mia, ma che anzi è praxis per discipline come l'architettura che parrebbe ben lontana dall'applicare la poesia nelle sue realizzazioni.
Eppure, già nella Biennale di Venezia del 2008 questa sinergia c'era, e forte.
Out There: Architecture Beyond Building era il tema e l'assunto: l'architettura non è il costruire. Non solo, anzi forse è quell'atto/attimo prima del costruire, che conta più di tutto.

e l'atto/attimo poetico che unisce l'opera dei Mad, un gruppo di architetti di Pechino, artefici di opere come l'Absolute Tower a Missisauga, nell'Ontario che stanno proponendo la costruzione di Superstar, una chinatown volante a forma di stella con quella dell'artista Cao Fei, nata a Guangzhou in Cina, una delle sei finalite del premio Hugo Boss per il più importante contributo all'arte contemporanea, che ha realizzato la stupefacente RMB city.


RMB non è una città da vivere, ma che è stata modellizzata in un mock-up reale per la Serpentine Gallery di Londra - mentre Superstar diverrà un'opera ma che vive ora nei rendering 3d di Mad.

Sono entrambe rappresentazioni poetiche, espressione di una Azione che combina in una sintesi atto poetico e pratica realizzativa. Un bel rompicapo per gli stutturalisti e per il riduzionismo tutto...