giovedì 27 agosto 2009
Una Strada inaspettata per i mondi immersivi?
ci sono tre link ad articoli di Dusan Writer, che mi piace sottoporre alla vostra attenzione perchè raccolgono e sintetizzano la mia medesima vision di quello che sarà futuro del web e dei mondi immersivi.
questo, Silicon Valley’s Sleeper Sensation: Linden Lab Takes a Rocket Launcher to Social Media è il primo che mi ha fato pensare a come gli ambienti immersivi sono un laboratorio e un framework di tecnologie per il social network che possono essere utilizzate non solo per un mondo specifico ma per tutto il WEB.
Il caso vivox è l'esempio.
Integrating social and immersive media, and is second life merely sociable invece, pone il focus sulla necessità di integrazione nel panorama ampio dei social media dei mondi immersivi.
Sono social media? sicuramente ci sono tutti gli elementi per poterlo affermare ma è vero che a differenza di twitter o facebook non sono mezzi many to many, molti a molti.
nell'articolo è citata una freddura di Robert Bloomfield,che dice che Second Life forse non è uno strumento per la comunicazione "molti a molti", ma per la comunicazione "pochi a pochi" molto molto bene.
per ultimo Left Unsaid: The Second Life Road Map, è lo scenario a 16 mesi dello sviluppo della piattaforma. HTML on-prims, Multiple media texture per parcel, pieno supporto per Flash. Ma il capitolo più interessante è l'ultimo, dove si dice che "Second Life is about to become a Web-based engagement platform."
Il cuore della faccenda è che l'integrazione fra 2 e 3 D è in atto... ed è più che probabile...
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martedì 25 agosto 2009
La tecnologia è lenta come un ginepro
Il ginepro è una pianta pioniere. Si insedia in ecosistemi difficili e con poche, pochissime risorse è in grado di crescere. In seguito grazie allo loro presenza arrivano altre essenze, si insediano e sviluppano il sottobosco, preannunciando il rigoglio della foresta. Di cosa ha sostanzialmente bisogno per compiere la sua opera? il tempo.
Occupandomi di innovazione ho spesso a che fare con il tempo.
La bassettiana improbabilità per la sua realizzazione è per me in gran parte dipendente da questo fattore.
Il fattore tempo è l'elemento strategico nel ciclo vitale dell'organismo pioniere per poter progredire, e questo vale anche per le tecnologie, soprattutto quelle che hanno a che vedere con il social network.
Tempo di sbagliare e di perdersi, tempo per entrare in stasi e carsicamente riprendersi con il mutare delle condizioni al contorno.
Spesso ci confonde la velocità con cui sembrano svilupparsi le tecnologie ma è una percezione sostanzialmente errata. Le tecnlogie e le innovazioni non sono veloci.
Sembrano avere un ciclo biologico forsennato: crescere velocissime e competere con le altre scalzandole e superandole, in una lotta per la sopravvivenza che non lascia scampo, ma in realtà questa è il risultato spesso della distorta visione dei media, che riduce riduce tutto sul piano della notiziabilità ( e nei tempi anoressici che questa ha ) e della cronaca di costume, per sua natura assolutamente passeggera.
In effetti le tecnologie hanno "cicli biologici" molto più lunghi e articolati.
Ci sono almeno due elementi da tenere in conto nel processo di sviluppo di una tecnologia:
Per primo, i tempi di adozione. Ci vuole tempo alle persone di percepire e usarle, magari per scopi diversi da quelli a cui erano state pensate ( la storia delle tecnologia è piena di questi esempi)
Per secondo i fattori casuali ambientali ( come particolari eventi sociali: Twitter ad esempio ha avuto un grande impulso dalla notizia che veniva usato dagli oppositori del regime iraniano).
Come valutare questo fattore endogeno instabile e complesso per misurare il successo di una tecnologia?
Per chi è tenuto professionalmente ad applicare una tecnologia innovativa questo è un fattore critico che spesso viene sottovalutato e ridotto a sottoprodotto della produzione ( "ma quanto tempo ci mettete a farlo?") o a accidente di valutazione.
Il tempo è denaro..
mercoledì 5 agosto 2009
Il metaverso in salute: i trend di Kzero
Beh, tanto per non perdere l'abitudine ed in netta controtendenza stagionale mi rimetto a pubblicare da queste pagine notizie ed opinioni - personalissime - che nei progetti che mi vedono coinvolto, 2lifecast, Builderdiary, Creaticity Gate, Demotopia, non possono avere ( ne debbono...) avere spazio.
Mi prendo qualche libertà e magari spendo qualche parola in più. Ma per gradi.
Inizio con una segnalazione: la pagina di Kzero dove sono pubblicati i trend di crescita degli account degli ormai moltissimi mondi virtuali nel secondo quarter del 2009. Seguono le impressioni.
Prima impressione: il numero.
Dato il 2005 come anno di fondazione, il 2009 è certamente "l'annus mirabilis" dei mondi immersivi, il perido di massima espansione e fecondità, sopratutto nella fascia delle realizzazioni per i "teens".
Meno, molto meno feconda la fascia degli over 25, quella che ci coinvolge più da vicino, ma che mantiene e consolida posizioni. Second Life rimane over the top, aspettiamo che le promesse di quest'anno, Blue Mars e del 2008 Twinity abbiano modi di farsi le ossa.
Sarà poi per la scarsa attenzione dei media al mondo dei giovanissimi, superprotetti e di conseguenza superghettizzati, che i medi nostrani non comprendono la carica delle disruptive tecnology immersive?
Continuare a sentire peridicamente i deprofundis dell'immersività gli sta allungando la vita.
Seconda impressione: la longevità.
Mi aspettavo una selezione naturale più pressante, e invece le estinzioni sono pochissime, un paio ( Green e Vside) che però miracolosamente pare sia sulla strada della rinascita, per ora, in vitro.
Per il resto, stabilità e crescita, ma vedremo dopo questo 2009: ora sono veramente tanti e non ci sarà spazio per tutti.
terza impressione: il mercato futuro immersivo è positivo.
Se guardate ai mondi e alle fasce d'età, nel periodo dei prossimi 5 anni si sposteranno di fascia utenti sempre più "nativi". Anche solo con la forza dei numeri sembrerebbe un mercato in espansione.
Sappiamo però che le estinzioni di massa avvengono e dopo questa esplosione cambriana può avvenire il disastro. C'est la vie...
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