mercoledì 30 gennaio 2008

Style e il Mart su Second Life con “La Parola nell’arte”

mart
il 31/1 alle 19, una selezione di capolavori della grande mostra del Mart sarà esposta sull’isola di Style, il mensile del Corriere della Sera, in Second Life. Inaugurazione con gli avatar del direttore del Mart Gabriella Belli e di Massimiliano Gioni.

Nel “metaverso” più chiacchierato e citato di tutti non poteva mancare la grande mostra del Mart “La Parola nell’arte”, e nemmeno una discussione tra grandi curatori, aperta all’intervento degli avatar amanti delle espressioni artistiche.

La ricostruzione della mostra è a cura della redazione di Style, e l'allestimento virtuale è stato progettato e realizzato dagli architetti di Second-Key (equipe di sviluppatori, designer e creativi hitech, specializzati nella creazione di operazioni di comunicazione in Second Life) in un’area aperta appositamente a partire dal 31 gennaio 2008 all’interno di Style Magazine Island. E proprio il 31 gennaio, alle 19, la mostra virtuale sarà inaugurata dal direttore del Mart Gabriella Belli e dal curatore Massimiliano Gioni.

Gabriella Belli, che ha condiviso il progetto scientifico della mostra, condurrà la visita tra le opere, ripercorrendo le ragioni della mostra e presentando i progetti scientifici e il patrimonio del Mart. Tutto questo interagendo con Massimiliano Gioni, Direttore Artistico della Fondazione Nicola Trussardi di Milano, e curatore del New Museum di New York, che da novembre 2007 ha aperto una nuova sede.

Al termine della chiacchierata tra Gabriella Belli e Massimiliano Gioni, la parola passa al pubblico. Un momento imperdibile per gli appassionati d’arte, che potranno dialogare con Belli e Gioni. Il filmato dell’evento sarà poi a disposizione di tutti su www.styleonsl.com, su Youtube e su altri motori di ricerca.

Tra le opere ricostruite su Second Life ci saranno tele, installazioni e sculture di Nanni Balestrini, Jean-Michel Basquiat, Alighiero Boetti, Fortunato Depero, Marcel Duchamp, Giuseppe Chiari, Sabrina Mezzaqui, Gino Severini, Kurt Schwitters, Ben Vautier, Andy Warhol.
stex

martedì 29 gennaio 2008

Report dalla Singolarità. E un commento.




Venerdì sera si è svolta su Vulcano il 4° incontro della comunità italiana sulla discussione della Singolarità Tecnologica. L'incontro è stato gestito con successo dai vulcanari al Pyramind Cafè, riuscendo a superare difficoltà tecniche e logistiche con maestria: audio,slideshow, videostreaming e la presenza di una sessantina di avatar in contemporanea non sono stati un problema.

Al di là della soddisfazione di una organizzazione ben riuscita c'è un ulteriore riconoscimento, quello di essere un esempio di come contenuti e relatori di qualità facciano la vera differenza.


Questo quarto incontro vedeva la prima prova pubblica del gruppo di discussione, che nel frattempo si è dotata di un wiki, un gruppo in Google e di una chat di discussione in Skype.
L'obbiettivo dell'incontro - ufficializzare il gruppo di discussione e testarlo in un confronto pubblico - non era facile, e anticipo, almeno per quanto riguarda il mio giudizio non è stato del tutto raggiunto.

Gli interventi sono stati tutti di livello, per chi non è potuto venire o per chi vuole sentirli, è disponibile una registrazione ambientale integrale.

David Orban
ha esordito tratteggiando i presupposti e introdotto lo scenario in cui si svolgerà la Singolarità e quali ne saranno i risultati. Il suo intervento si concentra sulla necessità di percepire i "segnali deboli" che derivano già da oggi e come sia necessario da subito coglierli e tradurli in azioni capaci di far avvicinare da subito con coscienza le forze della società, dell'economia e della politica.

Gabryz Ferraris
Ha approfondito la discussione sulla teoria della Curva e sulla sua capacità predittiva, e di come al raggiungimento di una soglia esponenziale della potenza di calcolo sarà inevitabile l'insorgenza di una intelligenza non umana derivata spontaneamente dalle tecnologie.

Gianandrea Giacoma
Ricorda come sia necessario sviluppare una via "europea" all'approccio della Singolarità, introducendo un'attenzione verso gli aspetti antropologici, sociali e psicologici che l'approccio tecnocentrico americano non approfondisce e che rischia di lasciare inespresse molte questioni importanti nell'ambito del pensiero non specificatamente tecnologico.

Malachi Mulligan
ha spostato l'attenzione sul metaverso e la sua opportunità di essere l'ambiente ideale in cui si potrà attuare la Singolarità

Vytek Sheflo
Ha concluso lavorando sulle ipotesi di Singolarità e degli scenari che si prospettano con l'incontro dell'umanità e questa nuova forma di coscienza.

La partecipazione è stata veramente coinvolgente, al di la delle speranze, e gli interventi sono stati molti, soprattutto da chi non aveva mai sentito parlare della Singolarità, con domande sulla natura della Singolarità, i suoi effetti, come si identificherà....Si è andato avanti oltre l'una. Per avere il dettaglio, vi invito a seguire la registrzione.

Fin qui, la cronaca.
Ora intervengo per dare corpo alle mie valutazioni e ad alcune perplessità di cui accennavo sopra e che non coinvolgono altri tra i partecipanti- fondatori del gruppo di discussione.
Credo che il ventre molle del gruppo di discussione sia mantenere su un piano di oggettivizzazione coerente e pratica la divulgazione della Singolarità, che facilmente scivola su un piano irrazionale, per non dire oltre.
Questo è accaduto regolarmente, quando dal pubblico è stata chiesto di potersi "figurare", cioè di dare una forma alla Singolarità. Come apparirà, e quando? cosa dirà, che sembianze avrà? sarà amica o nemica?
Domande lecitissime, ma che ci portano lontano da quello che - e qui è la mia personalissima visione - deve essere la risposta del gruppo.
Ci siamo cascati, nostro malgrado, e abbiamo faticato per uscirne.
Ora non ho ricette a disposizione ma se dovessi dire per punti , ecco la mia idea di Singolarità "raccontata a mio figlio", qui e oggi.

- Singolarità è una teoria dell'innovazione
- La forza della Singolarità e quella di essere un vettore dell'innovazione con una forte visione predittiva radicale, che coinvolge in un'unico quadro aspetti antropologici, sociali, politici, tecnologici.
- La Singolarità non è una messianica visione sincretista uomo-macchina
- La Singolarità non è Ray Kurzweil, e non può essere l'espressione di una singola personalità per quanto ricca,
- La Singolarità non può essere descritta se non come vettore tecnologico del qui e ora. Prefigurarsi la Singolairtà è fisicamente impredicibile e metafisicamente ozioso.

Credo che la Singolarità, o almeno l'idea che me ne sono fatta, per essere proposta oggi come coerente modello predittivo deve essere dunque descritta come una teoria che ha a fattore la "realizzazione dell'improbabile" e il gruppo di discussione sulla Singolarità ha come finalità la divulgazione della Singolarità come agente di una "innovazione responsabile", soprattutto in questo paese che necessita di dare alle forze (residue) della creatività e dell'impresa una vera consapevolezza di quanto le tecnologie possano fare.
Alla Singolarità non possiamo arrivare impreparati.

PS. Realizzazione dell'improbabile e innovazione responsabile non sono farina del mio sacco, ma opera del pensiero di Piero Bassetti.

mercoledì 23 gennaio 2008

Quarto incontro con la Singolarità Tecnologica


Domani sera alle ore 21, Al Pyramid Cafè su Vulcano, Second Life (of course) si riunisce il gruppo di discussione italiano sulla Singolarità Tecnologica.

La serata comincerà con due-tre presentazioni da 5-10 minuti, proseguirà con una serie di considerazioni pratiche relativamente al lavoro del gruppo e quindi si aprirà alla discussione più generale e alle domande delle persone intervenute anche per la prima volta.

E' un'occasione per approccarsi alla discussa e visionaria teoria tecnologica di Ray Kurzweill con cognizione di causa. Ne sentiremo parlare spesso a sproposito!

martedì 22 gennaio 2008

Più custodisci qualcosa più rischi di danneggiarla.



Aramaki ha ragione. Più custodisci qualcosa più rischi di danneggiarla.

Mi sento di sostenere l'affermazione del comandante della nona sezione, e tanto più in quanto è evidente in tutte le manifestazioni del nostro essere dentro il digitale.
Cosa meno ovvia per il legislatore, soprattutto di casa nostra.

Se i principi su cui si basava il diritto d'autore erano entrati in crisi già da un pezzo con lo sviluppo della convergenza digitale, a sua volta anche il principio di identità e la sua riduzione a animula vagula blandula, una specie di ghost ridotto nei minimi termini di "dati sensibili", segue il medesimo destino.

Non sono il solo a rivendicare il diritto all'editing dei miei dati: è sempre più evidente che nel futuro sarà una tematica fondamentale.
Business Week addirittura prevede che l'identità rimpiazzerà l'esperienza, come strategia di marketing, of course, ma è specchio di una società che trova obsoleta la protezione della privacy negli ambienti a tecnologia evoluta, e a dircelo è l'autorevole Forbes. Sottoscrivo.

L'obsolescenza dell'unicità dell'esperienza individuale è una questione contestata da secoli, ma forse è venuto il momento che avere un'esperienza del sè molteplice non sia più relegata nell'ambito dell'arte o alla pazzia, ma al nostro prossimo quotidiano.

martedì 15 gennaio 2008

Quando il gioco si fa serio... le banche virtuali spariscono











è dell'otto gennaio, sette giorni fa, la notizia che tutte le attività di banking saranno escluse da SL.
Questo più che allarmarmi mi fa vedere come il gioco ora si fa serio.
Vi lascio riflettere su un paio di post a proposito, che credo mi diano ragione o quantomeno mi gratificano perchè la pensano come me ;-) L'Economist, ( Computing: Virtual worlds are being put to serious real-world uses—and are starting to encounter some real-world problems) firma autorevolissima nel mainframe dell'editoria internazionale e il blog MindBlizzard (The value of Virtual Money) sostengono come il bandire dal SL le attività di banche "virtuali " hanno lo scopo di rendere più autorevole il Linden, spostando nella RL le questioni riguardanti il controllo e la gestione di flussi finanziari e delle transazioni tra Linden e Dollaro.

Certo è che si percepisce forte e chiara la potenza del "code authority": neanche nei sogni più totalitari, nelle utopie sociali più radicali si sarebbe potuto fare come in Second Life, cancellare de facto un intero mercato... glomp!

domenica 13 gennaio 2008

sharing dell'Identità digitale: speriamo!

Quattro giorni fa un tweet di @leeander riportava la notizia della adesione di Plaxo, Google e Facebook al progetto DataPortability.org .
La notizia tra i miei feed è stata riportata solo da Personomies di Pierre-Guillaume Wielezynski, che seguo co interesse da diversi mesi e che ha coniato il concetto di "personomia", ovvero (cito testualmente)
Personomies are digital manifestations of an individual. Personomies combine identity (who you are), activity (what you do) and sociality (who you know). They include emails, contacts, blog posts, comments, purchases, page views, forms filled, bookmarks, ads clicked, chats, feeds subscribed and more. All these bits of data that can be tracked back to me belong in my personomy.

Credo che la notizia sia molto interessante, e per diversi motivi.
Innanzitutto differentemente da molti, credo che la protezione della privacy nasca soprattutto dall'affermazione di una personalità, e non dal suo occultamento: ben venga dunque un progetto che vede al centro la sua creazione.

Il secondo aspetto credo che la portability dei dati che mi rappresentano salvaguardino e facciano crescere la reputazione come strumento di certificazione della mia personalità, e non viceversa.

La terza cosa è che reputo inalienabile il mio diritto ad editare me stesso, dunque a scrivere la mia storia, la mia unica vera proprietà intellettuale.

Tornerò su questi argomenti nei prossimi post.

martedì 8 gennaio 2008

Morte in seconda vita...




A pochi passi dalla mia casa, in Trasimeno (231,71,70) stanno avendo grande successo l'espressione di fenomeni legati alla trascendenza. In un mondo che ti permette di vivere eternamente (almeno in teoria) la morte e la sua espressione in terra esercita grande interesse, quasi che la sua (formale) assenza stimolasse uno sguardo benevolo, puramente estetico.

Io stesso ne sono stato travolto, ed uno dei miei primi acquisti è stato un cimitero, in vendita a pochi passi da casa. Mi piaceva l'idea di trasformarlo in un luogo della memoria dedicata agli avatar che giacciono sepolti nel server dei linden lab.

Poi ho pensato di tramutare il cimitero in una sorta di "spoon river" di pensieri di avatar sulla morte. Infine, dato che non ho realizzato nulla di tutto ciò, ho pensato di portare qui un aspetto più intimo di me: portare qui i miei morti.
Non ho ancora fatto nulla, ma credo che alla fine farò proprio questo ultimo passo.

Se questa è la mia seconda vita, se io sono qui, lavoro qui, se le mie azioni e le mie preferenze sono qui, qui stanno anche affetti, simboli, ricordi. Anche i miei cari.

C'è un bel thread che vi consiglio di leggere sulla questione della morte e della seconda vita sul blog di Dusan (Dusan writer's metaverse) "Death in Virtual Worlds: Play, Magic, Grief and the Search for Meaning" . Qui vi segnalo la ricerca "death" ma il post sulla morte di Dummie Beck è il cuore di tutto quanto segue.

Vi indico anche i riferimenti a quanto ho visto qui attorno:

Tosung Memorial Park
un bel cimitero in stile anglosassone con una cappella mortuaria, pianoforte e cassa in cui fare giacere il proprio avatar ( musica di Bach in background)
Trasimeno 124, 15, 83

Stex spoon river
Il mio piccolo cimitero, ma ora popolato solo di lapidi in memoria di anonimi lavoratori
Trasimeno 86, 115, 69

Lucis Chapel Gallery - Death by Design: a Museum Exibition
Una bella galleria di arte cimiteriale, vicino al museo del Vudù e al'Istituto delle Nuove Religioni e Ideologie.
Zarflabbo (153,234,71)