E' un eterno ritorno, quello mio alla personalità, quasi volessi ripensare un po' alla mia stessa presenza qui, nella Seconda Vita.
In realtà la questione si ripresenta ogni volta, e ogni volta prende forma sotto diversi aspetti, ma tutti ne sottolineano l'importanza.
Ecco i tre motivi risolutivi per me:
1 l'affermazione della personalità e' un facilitatore alla migrazione: se mantengo la mia identità avrò più motivi ad entrare nel metaverso, se desidero ampliare le mie attitudini.
2 Nel momento in cui si afferma, si rafforza la mia reputazione, (che nella ad-hoc crazia dei metaversi è valore di scambio ) e si definisce di fatto un diritto di cittadinanza che più sarà forte più sarà libero di autodeterminarsi, diventare persona.
3 L'autoderminazione faciliterà in seguito l'economia del metaverso, che parteciperà come oggi fa il web, al mercato di beni e servizi. Oggi nessuno più si stupisce del mercato on-line, ma non è sempre stato cosi'.
Ma non siamo solo ragione e i motivi non sono solo quelli dell'identità.
Qualche giorno fa ho letto un post sulle sensibilità che Second Life sviliuppa in forme originali.
e' una idea di Tony O’Driscoll (2007), della NC State University College of Management
Le sette sensibilità sono:
1) Sense of self
by creating avatars that would represent the individual
2) Death of distance
by being able to teleport between spaces any time
3) Power of presence
by interacting with the environment and influencing it
4) Sense of space
by changing the size and shape of the objects in the environment
5) Capability to co-create
by engaging in discussions and group activities
6) Pervasiveness of practice
by observing and engaging with the others that would lead to peer to peer learning,
7) Enrichment of experience
by bonding social lies, while engaging in activities such as ballroom dancing even though both the dancers are people with disabilities in real life.
Se interessa, qui trovate il link al video delle slide su youtube
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