Era da tempo che volevo affrontare nuovamente tematiche di comunicazione e marketing nel Metaverso, ma non riuscivo a trovare la chiave con cui aprire l'argomento.
Poi alcune letture estive e la querelle innescata sulla vitalità o la morte di second life, mi hanno dato modo di iniziare a sviluppare un fil rouge che tiene assieme le considerazioni che vi vorrei esporre.
Queste sono articolate in tre interventi, conseguenti uno all'altro. Li ho separati perchè il post sarebbe diventato illeggibile, troppo lungo.
vi anticipo i titoli e i temi. Spero di avere la costanza di scirverli uno di seguito all'altro... e qualcuno di vol la costanza di leggerli.
rane, code e serpenti
Il cambiamente è un processo che puo' essere lento, attardarsi in innumerevoli rivoli e false partenze, ma non per questo non avviene. Comprenderlo e prepararsi necessita un atteggiamento di attenzione all'indeterminato, che i numeri speso non sanno anticipare... Ecco che essere impegnati nell'incompletezza può essere un vantaggio, ma bisogna essere molto, molto veloci.
Playgame, cluetrain e comunità di pratiche
ormai ci siamo: dobbiamo spiegare cosa diavolo significano nei fatti crossmedialità, ambienti grafici immersivi, interoperabilità. Significano qualcosa per il marketing? Partiamo parlando dalla intermedialità, un termine coniato dal geniale Matteo Bittanti, che dalla California ci da visioni luminose, in cui definisce praxis e poiesis del rapporto integrato fra produzione e fruizione. Una faccenda complessa, non complicata.
nicchie, memi e tempo: il marketing al tempo del computer quantico
piccole, piccolissime - tanto da domandarsi se esistono - le particelle elementari, impalpabili, minime, indecifrabili - nel senso di non traducibili in numeri - le nicchie di mercato, indeterminate peggio della salute del gatto di Schroediger. Come riuscire a misurarle, ed è necessario occuparsi di loro? Ricordiamoci di che puo' fare il battito d'ali di una farfalla...
... E in tutto questo che c'entra Second Life ? Più che altro direi che è al centro di tutto questo, è il laboratorio ultimo di questo universo comunicativo, di cui il bigbang Gutemberg (ben più di una galassia) è stato culla e matrice, ma che ora è solo un tenue redshift che ci ricorda l'attimo primigenio....
PS. Che diavolo avrà letto sennett? beh, provatevi a indovinare, non si vince niente, ma magari ci si scambiano quattro opinioni...
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