martedì 13 gennaio 2009

sviluppo vs sostenibilità



E' un tema nell'aria, possiamo dire, ma non è leggera la questione, anzi e roba pesa.
Tra l'altro oltre di essere di estrema attualità, è strategica per comprendere tanto le dinamiche che muovono l'economia dei mondi digitali metaverso e web compreso, quanto le motivazioni dei gruppi e delle persone che lo vivono, ovvero un po' tutti noi.
Il motivo di tanto discutere è l'economia, o meglio, della validità di quegli indicatori e quei criteri che valutano lo stato di salute di un paese, e di conseguenza di un sistema economico.

l'altro Ieri sera, nella bella land di Imparafacile, una serata interessante ha affrontato il tema del valore del PIL ( il prodotto interno lordo) nella valutazione della qualità della vita di una nazione.

Ad affrontare il tema tutt'altro che facile da divulgare ci ha provato Aniello De Padova, aka Depil Ghost in un incontro dal titolo "la decrescita: come essere più responsabili nei confronti di società e natura", bello e contrastato con motivazioni anche molto calzanti, come tutte le cose che meritano e hanno i numeri per essere commentate.

La mia opinione da semplice consumatore è che sì, c'erano parecchie debolezze nell'esposizione di Aniello ( ma che nel sito di cui è curatore colma con dovizia di dati ) e che tutto sommato non si è usciti da considerazione di semplice buon senso ( in un paio d'ore di divulgazione da avatar, mi sembra già un risultato ammirevole ), ma nonostante ciò la ciccia c'è su cui mettere i denti, eccome.

Che senso ha oggi parlare di crescita come modello su cui misurare il successo di una economia in un mondo di dinamiche competitive globalizzate, dove i tassi di crescita dei paesi emergenti si misurano con tre zeri ma che vengono pagati in termini di disastri ambientali, pesantissime ipoteche sulla salute delle generazioni future, disinteresse verso i più elementari diritti delle genti?

Che senso ha, e ne ho già accennato in un post precedente, parlare di stati contrapposti tra recessione e crescita, in una economia ultra finanziarizzata e trasversale dove agiscono dinamiche proprie delle complessità e delle strutture a rete?

La questione è straordinariamente calda e le riflessioni molto autorevoli non mancano e tutte vertono su un cambiamento di paradigma: passare dalla crescita alla sostenibilità.

Ci sono fior di teorie economiche, che sperimentano nuove vie di rappresentare economicamente e politicamente il futuro, con potenti strumenti di analisi come la "contabilità generazionale" dell'economista Laurence J. Kotlikoff ( link per i più tecnici... ) o anche ( e a me sufficienti) lucide visioni come quella di Luigi Sertorio che in "Vivere in nicchia, pensare globale" ci ricorda come " La società umana sta attraversando un periodo storico in cui si sta imponendo una dinamica globale che ha la struttura del consumo, ma questa non è la strada del pensiero che invece è sempre stato legato a nicchie di valori diversi, che interagiscono formando la rete della conoscenza che avanza. Le comunità nelle quali fiorisce il pensiero si formano, vengono disfatte, si formano ancora come una rete che si autoripara. "

E qui ritorniamo a noi. Nella nostra nicchietta del metaverso 2.0, noi che ci posizioniamo in una minuscola sezione della coda lunga del pensiero ( e dell'economia ) globale, si attuano dinamiche economiche e sociali che, fatemelo dire, poche se ne vedono in giro.
Un articolo di Ugo trade "Hacking the World in 2009: Google Street View, “Smart Stuff,” and Wikiculture." che ho segnalato qui negli "hot five " da alcune preziose indicazioni, che sento molto, molto vicine al mio sentire e al mio vedere.
In questo laboratorio ci sono cose che mi fanno dire che questo anno che si apre ci darà soddisfazioni e amarezze, e diavolo, potrò dire che c'ero e che mi sono dato da fare.

2 commenti:

Imparafacile Runo ha detto...

Ciao Stex, ho detto anche io una cosa molto simile proprio ieri sera: non so come finirà se continueremo a seguire questi modelli economici e di lavoro, ma almeno potrò avere la soddisfazione di dire "non sono rimasto fermo a guardare".

Ora continueremo ancora per un paio di mesi a solleticare amici e parenti non solo per confrontarci sull'argomento, ma anche per vedere se alla fine riusciamo a segnalare alcune buone pratiche da mettere in atto subito e con poca fatica.

Ti terrò informato, in modo che possa rigirare ai tuoi lettori l'evoluzione della nostra iniziativa.

A presto IW

Imparafacile Runo

Unknown ha detto...

Ciao Stex,

grazie per questo tuo contributo, che rilancio su depiliamoci.it

A proposito della Contabilità Generazionale noto un solo piccolo difetto: resta all'interno della logica del PIL, della logica che ciò che si trasmette da una generazione all'altra è la ricchezza economica, ciò che occorre garantire alle future generazioni è un "reddito economico".

La filosofia della decrescita viaggia su un binario diverso, quello che riporta l'economia a Mezzo per la felicità dell'uomo e non fine per essa.

Qui http://www.benessereinternolordo.net/joomla/images/stories/20081106InterventoLorusso.pdf un paio di paginette che spiegano bene il concetto. Guarda il diagramma alla seconda pagina: non ci sono formule matematiche, non ci sono dimostrazioni economicistiche, c'è solo buon senso, ma è quello che serve per farci riflettere sul fatto che, partendo per un lungo viaggio invernale dove rischiamo di restare incolonnati per maltempo ha è meglio portarsi dietro una coperta, del cioccolato e un termos piuttosto che ascoltare i consigli di chi ci dice di tenere ben pieno il serbatoio della benzina per poter continuare a sprecare petrolio scaldando la vettura, ed aumentare quindi quelle distorsioni climatiche che fanno si l'anno prossimo l'incolonnamento sia ancora più lungo.

Il fatto è che dobbiamo ricominciare a considerare un approccio sistemico che non sia "rinchiuso" all'interno del modello dell'economia mercantile ma che ci ricordi che questa è solo una delle economie necessarie all'uomo.
Economia significa "gestione della casa", ed una casa è fatta di cose (HOUSE) e di persone (HOME). L'economia mercantile serve per la HOUSE, quella dell'autoproduzione e quella del dono (o delle relazioni) per la HOME. Continuare a lavorare perchè cresca l'una senza preoccuparsi dei danni che questo crescere arreca alle altre è un errore che solo da 3-4 generazioni a questa parte abbiamo cominciato a fare. Da quando cioè ci siamo concentrati sulle due contrapposte ideologie in materia: quella capitalista e quella comunista. Tutti siamo stati distratti dalla necessità di capire quale fosse la migliore economia mercantile possibile, senza preoccuparci del fatto che nessuna delle due era sufficiente e che ciascuna delle due puntava avrebbe distrutto le altre economie necessarie.

Ma di tutto ciò potremo parlare ancora, nei prossimi incontri in SL o in RL.

Grazie per l'attenzione, Nello