martedì 25 agosto 2009

La tecnologia è lenta come un ginepro



Il ginepro è una pianta pioniere. Si insedia in ecosistemi difficili e con poche, pochissime risorse è in grado di crescere. In seguito grazie allo loro presenza arrivano altre essenze, si insediano e sviluppano il sottobosco, preannunciando il rigoglio della foresta. Di cosa ha sostanzialmente bisogno per compiere la sua opera? il tempo.

Occupandomi di innovazione ho spesso a che fare con il tempo.
La bassettiana improbabilità per la sua realizzazione è per me in gran parte dipendente da questo fattore.
Il fattore tempo è l'elemento strategico nel ciclo vitale dell'organismo pioniere per poter progredire, e questo vale anche per le tecnologie, soprattutto quelle che hanno a che vedere con il social network.

Tempo di sbagliare e di perdersi, tempo per entrare in stasi e carsicamente riprendersi con il mutare delle condizioni al contorno.

Spesso ci confonde la velocità con cui sembrano svilupparsi le tecnologie ma è una percezione sostanzialmente errata. Le tecnlogie e le innovazioni non sono veloci.
Sembrano avere un ciclo biologico forsennato: crescere velocissime e competere con le altre scalzandole e superandole, in una lotta per la sopravvivenza che non lascia scampo, ma in realtà questa è il risultato spesso della distorta visione dei media, che riduce riduce tutto sul piano della notiziabilità ( e nei tempi anoressici che questa ha ) e della cronaca di costume, per sua natura assolutamente passeggera.

In effetti le tecnologie hanno "cicli biologici" molto più lunghi e articolati.
Ci sono almeno due elementi da tenere in conto nel processo di sviluppo di una tecnologia:

Per primo, i tempi di adozione. Ci vuole tempo alle persone di percepire e usarle, magari per scopi diversi da quelli a cui erano state pensate ( la storia delle tecnologia è piena di questi esempi)

Per secondo i fattori casuali ambientali ( come particolari eventi sociali: Twitter ad esempio ha avuto un grande impulso dalla notizia che veniva usato dagli oppositori del regime iraniano).

Come valutare questo fattore endogeno instabile e complesso per misurare il successo di una tecnologia?

Per chi è tenuto professionalmente ad applicare una tecnologia innovativa questo è un fattore critico che spesso viene sottovalutato e ridotto a sottoprodotto della produzione ( "ma quanto tempo ci mettete a farlo?") o a accidente di valutazione.

Il tempo è denaro..

2 commenti:

Eleonora P. ha detto...

Stex, si hai ragione!
Un po' di teoria della diffusione delle nuove tecnologie non farebbe male a chi crede che tutto si consumi in poco tempo.
E ci vogliono le applicazioni killer...
E' su questo che i nuovi media dovrebbero soffermarsi maggiormente a pensare altrimenti il rischio è di sprecare energie e si sa il tempo è denaro....

Stex Auer ha detto...

Si Eleonora, sono completamente d'accordo con te, è necessario che vi sia maggior attenzione al ciclo di vita di una tecnologia, ma non solo , anche di tutto quello che ha come indotto: prodotti, consumi, oggetti.

Proprio oggi, mi è capitato sotto gli occhi questo articolo: "LCA: Rinascita! L’Analisi del Ciclo di Vita di Prodotti e Processi Come Parte Integrante per Ogni Strategia Aziendale". http://tinyurl.com/nefqtx

in tempo di sostenibilità, comprendere il ciclo di vita, e dunque il tempo diventa sempre più sostanziale. sopratutto la dove il ciclo biologico è tale da indurre in errore in fatto di nascita e morte.

Un esempio ancora dalle piante pioniere:
hanno ciclo biologico molto breve. Per ciclo biologico si intende la successione delle principali “trasformazioni” biologiche della vita di una pianta: germinazione del seme, sviluppo della pianta, fioritura, produzione del seme e morte. Le piante pioniere si sviluppano in pochi mesi, nei periodi più favorevoli, e per il resto dell’anno sopravvivono solo in forma di seme.

ecco, spesso le tecnologie adottano la medesima strategia di "sospensione" ma non per questo sono morte o estinte. Pensa a Secnd Life nell'ottica dei media e quello che è adesso...