sabato 31 ottobre 2009

La tragedia dei commons non fa piangere i Linden. E neanche me.



Inutile pensare di sfuggire alla Coding Authority.
E forse, per quanto riguarda il mio parere, non è neanche necessario, purchè questa possa essere in grado di creare policy chiare che non penalizzino la libertà degli autori e dei fruitori dei servizi e dei beni creati nella Grid di Second Life.
La questione dei diritti d'autore e di proprietà è mission critical per ogni provider e i Linden Lab non sfuggono alla questione, anzi, proprio a partire dalla liberalizzazione dei viewer la questione si è presentata evidente.

Liberalizzare il codice ha permesso la creazione di innumerevoli miglioramenti del software in termini di servizi, utili per molti scopi come ad esempio lo swap verso altre grid, la possibilità di avere dei backup della propria inventory.

Inevitabile che questo comporti un vantaggio e un incentivo per alcune irregolarità - vedi il copybot, ovvero a copia indebita di contenuti con vincoli di proprietà e l'eventuale spostamento illegale fra una grid e un'altra.

Ora non è questo il motivo per vincolare gli autori di viewer a degli out-out, e i Linden Lab lo sanno bene. E questo perchè - una mia interpretazione - sempre più questi si vogliono orientare a diventare i provider a valore aggiunto del metamondo piuttosto che i gestori di una piattaforma e di una infrastruttura che ha fatto guadagnare inizialmente con la vendita dei server, ma che ora è diventato un costo enorme, e che domani non renderà se non con politiche di prezzo onerose e impopolari.

Domani , con decide, centinaia di grid publiche e private sarà più vantaggiose gestirne i servizi che manutenerle.

Oggi più che mai la questione è nei contenuti e nei servizi. Per quanto semplice, questa comunicazione dei Linden sulle policy riguardanti le caratteristiche dei viewer di terze parti, presuppone - anche se non in forma completamente soddisfacente a mio parere - una direzione verso un orientamento del modello di business, sui contenuti, liberalizzando parzialmente il codice e sbarazzandosi sempre più controllo sull'infrastruttura.

Per me tutto ciò è saggio. Credo che la tragedia dei commons, ovvero la distruzione di risorse naturali senza proprietari (quindi collettive, del genere umano) per eccesso di egoismo
individuale evocata da Garret Hardin a proposito delle risorse ambientali nel lontano 1968, non sia legge economica "di natura": la difesa ad oltranza degli steccati imposti dalla Coding Authority non può generare che sclerosi, meglio , molto meglio stimolare la capacità delle community di generare regole di autogoverno.

Una breve nota sulla Coding Authority.
Define in google non mi ha dato nessun risultato apprezzabile. Possibile? ho cercato e ricercato. Ho ripreso in mano il libro di Edward Castronova Universi Sintetici dove si fa ampio riferimento al Coding Authority ( conflitto con gli utenti sui ruoli 131, conflitto con gli utenti sull'equità 184-90, incentivazione a promuovere dipendenza (sic!) 285, mercato di aste online 184, rinuncie a favore della 37, 191-92, 250, 260-61, ruolo di governo della 191-92, 255, 157, 260-61.

Mi fa strano non trovare discusso e rappresentato un concetto tanto importante, così strategico, ma forse limitato all'economia e alla governance dei mondi sintetici?

qui trovate tutti i libri di Castronova, e qui il blog Terra Nova, semplicemente IL blog sull'economia dei mondi sintetici

Image: 'The wonders of Second Life - on+a+special+episode+of+SLosmos'
www.flickr.com/photos/70285332@N00/2414967060

1 commento:

Anonimo ha detto...

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