Le similitudini fra stati e comportamenti del web-metaverso con la fisica, la biologia, la cosmologia sono un mio pallino.
Ogni qual volta ne trovo una, mi rafforzo nell'idea che nella complessità non ci sono barriere disciplinari o ambiti che non interagiscano alla creazione di un disegno complessivo. A proposito vi do un paio di consigli di lettura: il primo è lo straordinario libro di Albert-László Baràbasi Link, la scienza delle reti, il secondo è il saggio di Mark Taylor Il momento della complessità che sono alla base del mio personale approccio alla questione
Vi segnalo dunque questo articolo, Gravitation, the Web, and Wikipedia, in cui si affronta il tema della gravitazione dei corpi celesti ( nell'ambito della teoria della Relatività Generale) e lo si "parallelizza" con la gravitazione dei contenuti verso "centri", hub, che in ottemperanza alle stesse leggi, dominano le reti ed i contenuti.
Wikipedia è l'esempio di uno di questi attrattori. Qui finisce l'articolo, ma apre la mente e riporta ad altri scenari, altre cosmologie: una, la più vicina è la noosfera idea nata dal mineralogista e biochimico russo Vladimir Ivanovič Vernadski e poi ripresa dal "santo protettore di internet" Pierre Teilhard de Chardin, che disegna con grande fascino quello che per noi è attualmente una pratica quotidiana. Una seconda suggestione ci viene da un articolo di Dennis Danielson su Le Scienze, dal titolo Le ossa di Copernico.
Qui viene messo in dubbio il (pessimistico) principio copernicano che dice, sintetizzando, "nessuna persona ben informata e razionale possa immaginare che la Terra occupi una posizione unica nell'universo", cosa che si sta rivelando non graniticamente vera, nella misura in cui effettivamente, su questa palla rotolante nell'universo qualcosa di particolarmente straordinario è avvenuto.
E la noosfera e i nostri avatar sono li a dimostrarlo.
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